La recente nomina di Giorgio Londei alla presidenza del Legato Albani da parte del sindaco Gambini finalmente chiarisce ciò che tutti sapevano, ovvero che Londei ha sostenuto Gambini nelle recenti elezioni amministrative, tradendo definitivamente le sue origini ed i suoi valori legati da sempre al centro sinistra.
Si chiarisce così anche un equivoco che c’è’ sempre stato sulla natura di Urbino Capoluogo, ovvero un “partito personale” di Londei che oggi si schiera con la destra e non può più considerarsi un’Associazione neutrale che dietro alla scusa di proporre iniziative di carattere culturale in realtà è stata usata per gli interessi di Londei. Mi ero iscritto all’Associazione con spirito di apertura e con curiosità per le tematiche proposte ma oggi invierò una formale richiesta di disdetta perché non ritengo sia più un’associazione trasversale ma sia di parte e non so come possa dimostrare ai vari ospiti e relatori la natura “non politica” di Urbino capoluogo.
Pur riconoscendo la lunga carriera e l’esperienza di Londei in vari ambiti, anche se ormai è maturata la completa giravolta da ex comunista a nominato da un sindaco sostenuto dal centro-destra, appare lecito chiedersi se egli rappresenti la figura più idonea per guidare un’istituzione così rilevante la nostra comunità. Il Legato Albani è un simbolo di tradizione, cultura e memoria collettiva, e necessita di una guida lungimirante, ma anche con un profondo senso di innovazione. La scelta di Londei, sembra più una decisione basata su logiche politiche piuttosto che su una valutazione sulla missione del Legato Albani.
Inoltre, non possiamo ignorare il rischio che una presidenza affidata a una figura percepita come legata a dinamiche di potere consolidato possa minare la trasparenza e l’indipendenza dell’istituzione. In un periodo in cui le realtà culturali devono affrontare sfide complesse, dalla sostenibilità economica alla digitalizzazione, si richiedeva un approccio innovativo e una capacità di dialogo con le nuove generazioni, aspetti che non sembrano emergere come tratti distintivi del profilo di Londei.
Per noi è una bocciatura su tutta la linea. Vediamo cosa diranno ora i partiti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, che si sono fatti soffiare un incarico da un ex-comunista.